Storia del gioco in Toscana: dal Medioevo ad oggi

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Storia del gioco in Toscana: dal Medioevo ad oggi
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Tra le Regioni italiane che più sono legate alle tradizioni troviamo sicuramente la Toscana. Ed in particolar modo, non tutti forse sanno che questo territorio una storia lunga secoli per quanto riguarda il gioco d’azzardo. La storia del gioco, in Toscana, è caratterizzata da una miriade di aneddoti e curiosità, che ancora oggi vengono tramandati di generazione in generazione.

Soprattutto in epoca medievale, la situazione in questa Regione era davvero molto interessante. Basti pensare al fatto che diversi Comuni avevano realizzato una sorta di regolamentazione ad hoc, riconoscendo ufficialmente le organizzazioni che si occupavano di gioco. Ricordiamo che la liberalizzazione di cui godiamo ancora oggi è avvenuta solo negli anni Novanta. Ma prima di scavare nel passato, varrebbe la pena capire come il settore si sia trasformato nel corso dei secoli.

Il gioco oggi

Oggi la situazione è sicuramente molto diversa rispetto al Medioevo. Basti pensare al fatto che sia possibile giocare direttamente online, tramite smartphone, pc o tablet e che si possa optare per diverse tipologie di deposito, come ricaricare conto gioco con le carte di credito. Va da sé che in tal senso, la tecnologia abbia ricoperto un ruolo fondamentale, garantendo una serie di vantaggi senza precedenti e fino a qualche anno fa impensabili.

In maniera similare alla Toscana di epoca medievale, oggi chi gestisce tutto il settore è un ente specifico, appaltatore, che si occupa di tutto ciò che riguarda gli aspetti legislativi e non solo del gioco. Soprattutto, l’Agenzia Dogane e Monopoli, si occupa del controllo e della garanzia di sicurezza dell’intero settore.

Gioco in Toscana: com’era la situazione durante il Medioevo

La Toscana si è mostrata nel corso dei secoli forse più “evoluta” sotto certi punti di vista, rispetto a tante altre realtà mondiali. Il gioco non rappresenta un’eccezione. Qui, durante il Medioevo, è stato dimostrato come esistesse già una sorta di suddivisione tra i vari Comuni regionali: si parlava di giochi ludici (taxillorum) e giochi chiamati tabularum. I primi erano giochi basati sulla casualità, i secondi su alcune abilità specifiche.

Ci sono, però, tantissimi giochi che venivano praticati in epoca medievale in Toscana. Alcuni studiosi sono riusciti a dimostrare come fossero diversi i giochi d’abilità che venivano praticati: tra questi troviamo, per esempio, la famosa Zara, gioco che consentiva nell’indovinare una somma tra numeri di dati lanciati (gioco che ancora oggi viene praticato). Addirittura, il gioco della Zara viene persino citato nella Divina Commedia di Dante (per la precisione, nel IV canto del Purgatorio).

E ancora, tra gli altri giochi toscani molto antichi e diffusi troviamo L’Aliosso e la Minella. Giochi che prevedevano, già all’epoca, delle scommesse in denaro: possono essere definitivo totalmente dei giochi d’azzardo “primitivi”. Oggi non è semplice riuscire a risalire alle regole precise di questi giochi, dopo tanti secoli, ma molti studiosi sono impegnati nel ricercare tali informazioni. Fa specie sottolineare, però, come alcuni dei giochi d’azzardo che fossero molto praticati in Toscana, in realtà fossero ufficialmente proibiti e ritenuti illegali.

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