Carri di prima categoria: quali favoriti?

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Carri di prima categoria: quali favoriti?
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Le considerazioni "social" sulle opere in concorso

Al termine del primo corso mascherato, ecco che partono le considerazioni e i commenti sulle opere in concorso.
A destare il maggiore interesse, sono da sempre le opere di prima categoria e, come ogni anno, già si condividono pagelle, votazioni, dettagli e gusti personali.
Abbiamo cercato di raccogliere le vostre opinioni, riassumendole

Ecco qua cosa risulta dai primi sondaggi:


Jacopo Allegrucci - Va dove porta il cuore
I giovani rappresentano il nostro futuro, e per questo è necessario che sappiano decidere che strada prendere. Il ragazzo al centro del carro guarda verso l’orizzonte, mentre alle sue spalle tre arpie lo osservano, cercando di distrarlo. La tentazione di girarsi verso le tre figure e lasciarsi guidare da falsi sorrisi è tanta, ma solo guardando avanti e ascoltando ciò che sussurra il cuore è possibile raggiungere al meglio l’età adulta.
I colori sgargianti delle tre arpie spiccano perfettamente dietro alle onde del mare che ondeggiano leggere.
Al centro bambino seduto sulla valigia forma una scena da cartolina... peccato che la valigia fosse più statica rispetto all'intera realizzazione.
Sapientemente modellato, colori vivaci
L'opera si distigue per la poesia e il risultato.
"Delicato come una fiaba" ci scrive Walter
Potrebbe puntare anche quest'anno al podio?

Alessandro Avanzini - Il circo dei sogni
Al centro del carro si staglia il volto di Salvador Dalì, elegantemente incorniciato e circondato dai simboli della sua arte, da ciò che più ne nutre l’ego.
L’umano diventa arte, da ammirare più delle opere intorno a lui, simboleggiando come la voglia di protagonismo dell’umanità sia sempre più superba e di come tratti le proprie azioni come contorno per la propria figura.
E proprio come nei quadri di Dalì, i colori spiccano sopra tutto donando un'armonia cromatica impressionante al carro.
La perfezione della modellatura, rende reale una figura centrale predominante
L'opera raccoglie consensi, ma si evidenzia la mancanza di movimento

Luca Bertozzi - Più denti!!! The World’s Greatest Show
Ecco a voi l’indominus Rex, direttamente dalla serie cinematografica di Jurassic World, risultato della follia umana e della sua voglia di dominare tutto, persino la natura stessa. Se Dovesse diventare realtà e presentarsi come parte di un grande spettacolo, l’umanità rimarrebbe solamente a guardare a bocca aperta, oppure si farebbe effettivamente domande?
In questo mondo dominato dal consumismo, dalla mercificazione di ogni cosa e dal crescente aumento di eventi di violenza, riusciranno valori e i principi umani a emergere o saremo desensibilizzati a ogni forma di sofferenza?
Questo grande dinosauro, decisamente perfetto nella modellatura circondato da un portale che sembra un simpatico e colorato siparietto, ci fa allo tesso tempo tornare bambini, facendoci fantasticare a bocca aperta.
Un problema tecnico ha impedito al tirannosauro di avventarsi sul pubblico come da copione.
La costruzione risulta comunque e senza dubbio la più amata dai bambini

Luigi Bonetti - Octopus 5.0 La rivoluzione artificiale
Ormai l’argomento sulla bocca di tutti negli ultimi mesi è stato quello dell’Intelligenza artificiale, dell'etica sul suo utilizzo e della suo possibile capacità di sostituire l’uomo.
Il grande polpo al centro, ormai diventato cyborg, potrebbe essere ciò che ci aspetta nel futuro: un mondo non più governato dalle leggi della natura, ma dagli algoritmi. Le macchine sono ovunque, funzionano da sole, lavorano in autonomia e non vi è neanche l’ombra dell’essere umano. E’ questa la strada che vogliamo prendere, o preferiamo agire per non sprofondare in una distopica apocalisse?
I movimenti del tentacolo sono rigidi, meccanici, i colori del carro metallizzati spiccano sotto a luce del sole, ma non riescono a catturare l'attenzione dello spettatore
Un carro che non desta particolare emozione nelle persone che lo ammirano e che forse lascia un po' di amaro in bocca rispetto alle genialità cromatiche e di movimento a cui Bonetti da sempre ci abitua.

Massimo e Alessandri Breschi - Ascolta Ragazzo…
Il tempo passa, ma alcune problematiche sono immortali. La tecnologia va avanti e la società impara sempre di più a fare attenzione al mondo che la circonda, ma paradossalmente rimane cieca a ciò che ha sotto il naso. Lo spaccio di droghe continua a infettare le persone e allunga le proprie zampe sul futuro dei giovani , spingendoli nell’abisso della dipendenza. Come piccole farfalle innocenti, gli adolescenti rimangono bloccati nella rete dei ragni.
Il bianco della vedova bianca e delle strutture architettoniche permette di mettere maggiormente in risalto e contrasto le piccole figure umanoidi ( ispirate alle opere di Keith Haring ) e le scritte a murales fluo.
La costruzione ci immerge completamente all'interno di un rave party: suoni, luci, colori, musica e il ragazzo che balla.
I fratelli Breschi tornano in prima categoria e già fanno sapientemente parlare di loro


Umberto, Stefano, Michele e Jacopo Cinquini - Bla Bla Bar
Mai fidarsi ciecamente di altri. La verità non sempre è la prima cosa che ci viene presentata o la più accessibile. Il Gran Caprone, figura dominante e centrale al carro, è seduto elegantemente al bancone del bar mentre butta giù la Verità versatogli dalla rana, alla ricerca di un conforto per le proprie preoccupazioni. Ma chi lo dice che quella Verità non sia solo un modo per temporaneamente distrarlo dalla realtà del mondo, causa di ogni disagio?
La costruzione ha tutti gli ingredienti per farsi notare: cura dei dettagli, precisione nella modellatura, colori sgargianti e una spiccata e velata ironia.
La costruzione è senza dubbio tra le favorite


Lebigre e Roger - Svegl-IA! Una storia semifantastica di intelligenza alternativa
La tecnologia ci offre una miriade di comfort: ci informa sugli avvenimenti del mondo, ci fa scoprire nuove culture e nutre la nostra curiosità. Eppure siamo sempre più passivi nei confronti della realtà, ci rifugiamo in un mondo virtuale facendoci cullare da esso e cercando lì ogni necessità. Chissà se un giorno le macchine prenderanno il controllo, e chissà se a quel punto ci ricorderanno come ci rende umani e ci differenzia da loro.
La figura del ragazzo che si sveglia da un sonno profondo, con il cellulare in mano, ci catapulta immediatamente nella quotidianità di ognuno di noi.
La costruzione è originale proprio come i suoi protagonisti, tre piccoli e simpatici robot dai colori patinati e graffianti che infondono dolcezza e simpatia icordandoci alcuni film di animazione Pixar.
L'opera in concorso se la giocherà tutta.


Carlo e Lorenzo Lombardi - Il profumo delle rose nelle spine
I tempi cambiano, ma la salute mentale rimane un problema che in pochi affrontano veramente. I manicomi non esistono più, ma la reclusione in cui vivono i malati rimane palpabile e ancora oggi ammettere la propria malattia psicologica è una condanna all’isolamento sociale. Il cavallo azzurro, ricco di speranze e sogni, è rinchiuso in sè stesso dalla società intorno a lui e rimane in eterna attesa che qualcuno ne scopra la bellezza, circondato da un immaginario floreale e candido.
Un'opera definita commovente, toccante e delicata per il tema trattato
Bentornato Lombardi in prima categoria!


Roberto Vannucci - E’ tempo di cambiare
Non possiamo cambiare il corso della natura, non importa quanto andiamo avanti con le scoperte e la tecnologia o quanto ci impegniamo per trovare un modo per “migliorarla”. Il Mammut ritorna dai ghiacciai, ormai vittime del riscaldamento globale, e si staglia in un mondo nuovo, ormai inquinato e corrotto dall’umanità, perdendo nel processo i propri colori normali e divenendo di un bizzarro viola. Andando avanti così, come facciamo a sapere se nel futuro ci aspetta solo il ritorno di animali estinti e non qualcosa di molto peggio?
Mammut di evidente impatto scenico per le dimensioni e movimenti fluidi e ben realizzati.
Il mammut colpisce ma non convince la critica che cerca in Vannucci la stessa emozione e delicatezza del pianista, ma non riesce a trovarla.


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