Michael Guttman si presenta alla vigilia dell'inizio del Festival "Pietrasanta in concerto"

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Michael Guttman si presenta alla vigilia dell'inizio del Festival "Pietrasanta in concerto"
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La rassegna inizierà nel Chiostro di Sant'Agostino venerdì con l'omaggio al maestro Ozawa

PIETRASANTA - Diciotto anni di note, composizione, cultura. Il suo festival è veramente un fiore di rara bellezza nell'occhiello della Piccola Atene.
Abbiamo avuto il privilegio di poterlo intervistare in esclusiva perchè un "personaggio" come lui merita attenzione e amore, amore per la creatività, per la disponibilità, per il desiderio di condividere "il Bello" che la vita ci offre attraverso una voce, un violino o una chitarra.

In attesa del via che vedrà ospiti The Brussels Chamber Orchestra, Jing Zhao al Violoncello, Michael Guttman e Giuseppe Gibboni ai violini per l'omaggio a maestro Ozawa venerdì sera dalle 21.30 nel Chiostro di Sant'Agostino abbiamo intervistato il fondatore e direttore della rassegna.


1) Ideatore del festival "Pietrasanta in concerto" da quasi 20 anni porta in Versilia la sua grande esperienza di violinista. Non solo classica, ma anche Piazzolla. Che incontro è stato?

"E' stato un incontro con l'uomo e con la sua musica. Un uomo intenso, molto esigente per se' e per gli altri. Ha portato il tango sul palcoscenico facendolo diventare non più accompagnamento, ma arte totale, che non ha più bisogno di danza, influenzata dal jazz, dal classico - è stato allievo della direttrice d'orchestra, organista, compositrice, pedagogista francese Juliette Nadia Boulanger - , Astor Piazzolla è tornato indietro, cercando le radici del tango, ma ha anche vissuto a New York e a Parigi creando così il "suo" tango.
"Il tango - prosegue Guttman" - con lui è diventato universale, mantenendo però la sua dimensione nostalgica, che è molto importante: il tango è un mondo contemporaneo, moderno, classico. Piazzolla e il bandeonista e autore di circa 200 tanghi Eduardo Rovira hanno fatto uscire dal mondo ristretto delle milonghe di Buon Aires questa musica, trasformandola senza perderne l'essenza".

2) La novità di questa 18.a edizione è la vicinanza con l'arte del coreano Eun Sun Park: vuol parlarci di questa collaborazione?

"A Pietrasanta siamo sempre nel centro dell'arte! Quest'anno però l'esposizione di Sun Park mi tocca in modo particolare perchè lo conosco personalmente, adoro il suo lavoro. La Corea è un paese di arte e di musica e di arte visiva, e per quanto è piccolo ha veramente tanti musicisti di altissimo livello come altri paesi piccoli quali ad esempio l' Armenia - alla quale quest'anno faremo un omaggio particolare - e la Finlandia. La vicinanza delle opere di Fun Sun Park è per noi uno stimolo per una esigenza qualitativa di questa 18.a edizione del Festival".


3) Quale è il filo conduttore dell'edizione che inizierà il prossimo 12 luglio?

"E' la stravaganza. Non voglio avere un titolo che mi blocca, ma avere e dare la libertà anche ai musicisti ospiti di presentare un programma "stravagante", sempre sotto la mia direzione. E' la caratteristica di questo festival: è sempre stato in collaborazione tra la musica classica seria e la musica popolare e folkloristica.

Abbiamo avuto il flamenco, il tango, la tarantella, quest'anno il gipsy (Con il termine musica Gipsy si intende l’intera gamma musicale di due importanti generi: il Flamenco e il Gipsy jazz o Jazz Manouche francese (quello delle band tzigane).

Le radici della musica classica sono lì. Sono una ricchezza per noi e sarebbe un peccato non "portarla" accanto alla "musica più seria".

4) La "classica" è ancora una musica elitaria, per "cenacoli" culturali o le commistioni iniziate per esempio con Pavarotti, l' hanno sdoganata?

Ci sono diversi modi per far uscire la musica classica dal circolo più intimo, serio, formale: Pavarotti è una delle vie possibili. Ci sono altri artisti che lo hanno fatto, ma per me è fondamentale la qualità, non abbassare il livello musicale del nostro festival sono per portare chi chiede di venire ad esibirsi. La mia idea è quella di portare artisti che "facciano" musica di qualità e scoprire anche brani meno famosi. Alla fine di un concerto del nostro Festival le persone dovrebbero commentare "Wow io non lo sapevo che la musica classica possa essere così divertente e con così tanto entusiasmo".
Ci sono già alcuni musicisti che hanno fatto "uscire" la classica dal quadro più formale che era 50 anni fa, e siamo solo sll'inizio perchè penso che ci siano collaborazioni anche con i cantanti pop come ad esempio Sting e altri che fanno bene, che portano il loro talento al servizio anche della musica più classifca, ma che non è "classificata".

5) Nel suo "palinsesto" è previsto un omaggio a Puccini e cosa ne pensa del "nostro" compositore e del suo uso degli archi?

Iniziamo il Festival con questo brano di Puccini: "I crisantemi", l'unico brano scritto per archi da questo grande compositore. Lui ha sempre trattato gli archi è molto cantabile, per noi violinisti e violoncellisti ecc, è una gioia suonare le opere di Puccini perchè scopriamo ancora di più la dimensione vocale dei nostri strumenti.


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