Intervista esclusiva a Silvia Mezzanotte, in scena alla Versiliana il 4 agosto

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Intervista esclusiva a Silvia Mezzanotte, in scena alla Versiliana il 4 agosto
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Nello spettacolo "Vorrei che fosse amore - Omaggio a Mina"

MARINA DI PIETRASANTA - Il 23 agosto 1978, al Teatro Bussoladomani sul lungomare di Lido di Camaiore, Mina saliva sul palco per il suo ultimo live, prima del definitivo ritiro dalle scene. Un concerto destinato a consacrarla per sempre come la grande icona della musica italiana.

E sarà proprio quella notte indimenticabile l’ambientazione del recital a lei dedicato. L’atmosfera e le luci della Bussola, dieci elementi d’orchestra, due attori che, attraverso le canzoni più belle della Tigre di Cremona, svelano la loro insolita storia d’amore. A interpretarle Silvia Mezzanotte, poliedrica voce tra le più apprezzate del panorama italiano.

1)Le tremano i polsi a interpretare i maggiori cavalli di battaglia di Mina.

Guardi, le dico subito che la produzione mi ha inseguita un paio d'anni per questo spettacolo. Perché ero nel terrore più nero. E le mie prime risposte sono state dei netti no.
Mina è sempre stata l'Icona più importante. Per questo, tranne rare eccezioni non l'avevo mai cantata. Poi ci siamo seduti con Gabriele, il regista, che mi ha raccontato quale storia avesse in mente... e mi sono innamorata. Lì è scattata la voglia di scegliere i brani in modo che potessero sottolineare perfettamente le emozioni che gli attori portano in scena. E da quel momento mi ci sono buttata a capofitto. Con tenacia e grande rispetto, e soprattutto con la volontà di essere Silvia Mezzanotte che interpreta Mina senza mai trascendere nelle imitazioni o nelle cover band più o meno volgari che spesso si vedono in giro. In più sono accompagnata da un ensemble musicale di sole donne Le Muse guidate dal Maestro Andrea Albertini. In scena Beatrice Baldaccini attrice e cantante e Gabriele Colferai attore e regista.

2) la sua professionalità va dal teatro, alla conduzione, alla canzone. Dai Matia Bazar ad oggi come è maturata Silvia?
Il primo step di maturazione l'ho avuto proprio insieme a loro, ai miei giganti Piero Cassano e Giancarlo Golzi dentro il mondo Matia Bazar. Poi uscita dal gruppo ho cercato di sperimentare la mia voce in modi molto particolari con spettacoli pop,altri che sfiorano il jazz. Spesso accompagnata dalle grandi orchestre, in acustico o nella mia dimensione più rockettara.. la mia evoluzione parte sempre da una ricerca di qualità. Questo è l'insegnamento più importante che mi ha lasciato Giancarlo Golzi batterista e leader storico dei Matia, che io consideravo un fratello grande, scomparso nel 2015.

3) può raccontarci in breve lo spettacolo e... dirci perché è assolutamente da vedere?
Perché è sorprendente e inaspettato. Perché c'è tanta sete di ascoltare questi capolavori eseguiti da un'orchestra di grande livello con arrangiamenti pieni di poesia.
Due ragazzi si innamorano alla Bussoladomani ( proprio a due passi da dove suoneremo noi) durante l'ultimo concerto di Mina. Da lì si dipana una storia che ti prende il cuore in mano e non lo molla mai fino alla fine tra lacrime, risate e emozioni. Arrivi in fondo con il fiato sospeso pensando... e adesso che cosa succedera'? Io sono il filo conduttore di questa storia e ogni mio brano è un quadro che cesella la scena. Questo genera grande intensità e pathos ed è impossibile non lasciarsi coinvolgere ed entrare empaticamente in contatto con Giulia e Diego, i due protagonisti.

4) Abbiamo perso tre colonne portanti del '900: Carrà, Lollobrigida e Milva. Tre donne che hanno scritto pagine importanti: quale è ancora oggi la grandezza (non solo canora) di Mina?
L'avanguardia. Avere sempre uno sguardo lucido e geniale su ciò che sta per arrivare e precorrere i tempi. Fin quando ha deciso di fare musica live e TV è stata icona ed esempio per tutte le donne: dal trucco all'abbigliamento, ai capelli, al portamento, alla sensualità irriverente ma mai volgare. Scomparsa dalle scene nel 1978 ha trasformato se stessa in un mito vivente. Ha saputo reinventarsi ogni volta attraverso copertine geniali per esempio.
Ha trasformato la sua immagine in mille modi, da paperina a culturista a donna barbuta. E poi collaborazioni sorprendenti, da Celentano a Blanco. Da Beppe Grillo a Niccolò Fabi.
Collaborazioni che l'hanno portata ad essere l'unica artista a non fare promozione di alcun genere, ma ad essere ai primi posti in classifica anche oggi che di anni ne ha 84. Ho sempre pensato che dal suo buen ritiro svizzero, l'astrazione dal caos della realtà le dia una capacità di essere dentro il tempo e una lucidità nell' interpretare le cose che nessuno di noi può avere. Una visione che la rende unica e immortale.

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