Giovani e gioco online: quali sono gli ostacoli e i rischi?
Attualità venerdì 20 settembre 2024 0Giocatori problematici in aumento, soprattutto quelli a rischio e soprattutto quelli giovani. A rivelarlo è un recente studio condotto dall'Istituto Superiore di Sanità che mette in evidenza un particolare trend in crescita per il gioco d'azzardo problematico tra i giovani di età compresa tra 14 e 17 anni.
Oggetto dell’indagine un campione di oltre 6 mila studenti, che ha ammesso di giocare nonostante il divieto. I giocatori problematici sono aumentati da 68 mila a 90 mila e quelli a rischio da 80 mila a oltre 136 mila. Come si legge su Casinosicuro.it, che ha analizzato lo studio ISS all’interno della sua sezione informativa, le statistiche cambiano in maniera sensibile spostandosi da un genere all’altro: se i ragazzi che giocano sono diminuiti, la loro percentuale tra chi ha un rapporto problematico con il gioco è aumentata, così come le ragazze, nonostante siano meno coinvolte, che mostrano anche loro un incremento di problematiche legate al gioco.
L’interrogativo della ricerca è allora quello sulla facilità di accesso al gambling, soprattutto online, da parte dei giovani. Sembrano non bastare i rigidi controlli sui siti legali, dal momento che vengono aggirati utilizzando dati di adulti oppure accedendo a piattaforme illegali, andando così ad esporsi ulteriormente a pericoli di truffe e furti. Una piaga che colpisce anche la filiera terrestre, dove la scarsa supervisione da parte di alcuni gestori consente ai ragazzi di aggirare i divieti.
“Il quadro generale è preoccupante, non il singolo dato. Il danno è importante ma soprattutto perché dà un trend. E ci dice anche che molto poco è stato fatto per i minori, soprattutto in termini di prevenzione”, ha spiegato in una intervista rilasciata ad Avvenire.it Claudia Mortali, ricercatrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore della sanità. L’altro campanello d’allarme, poi, arriva da una riflessione sul target: l’indagine è svolta sulla popolazione scolastica, ma si rischia di perdere tutta la fascia di chi, adempiuto l’obbligo dei 16 anni, lascia la scuola per andare a lavoro e quindi presenta addirittura maggiore disponibilità economica per scommettere. “E poi i ritirati – continua l’esperta - che dovrebbero ancora andare a scuola ma non ci vanno per motivi sociali: restano a casa, chiusi in camera e giocano con lo smartphone. Così ci perdiamo una popolazione molto a rischio”.
Limitare il gioco ai minori e alzare le barriere di sicurezza rappresenta allora una sfida significativa per tutto il settore. Una sfida che potrà essere vinta solo con riforme all’altezza. Riforme che ad oggi tardano ad arrivare.
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