I giovani riusciranno mai ad andare in pensione? L’analisi dei numeri

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I giovani riusciranno mai ad andare in pensione? L’analisi dei numeri
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L’allarme di Ministero e Inps sul sistema previdenziale italiano è di quelli che non si possono ascoltare. Servono riforme vaste, sociali e non solo economiche, per mettere in sicurezza il futuro del nostro paese.

La risposta del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante il question time alla Camera dello scorso luglio forse è passata sotto traccia. Il titolare del MEF era stato chiaro: “Nessun sistema pensionistico è sostenibile in un quadro demografico come quello attuale”.

Un vero e proprio campanello d’allarme, che suona dopo un’analisi attenta di numeri e statistiche. Per capirlo bene, partiamo da una considerazione: le pensioni di oggi devono essere finanziate dai lavoratori di oggi. Va da sé, dunque, che la proporzione tra pensionati e chi lavora deve essere garantita per avere i giusti fondi e gli adeguati finanziamenti. Stando ai dati dell’Inps, però, nel 2022 l’Istituto ha erogato oltre 22 milioni di euro di pensioni per 16,7 milioni di pensionati (tenendo presente che c’è chi può anche avere più di una pensione, per esempio da lavoro e d’invalidità o la cosiddetta “reversibilità”), a fronte di circa 23,8 milioni di occupati. Un numero che quasi combacia e che rappresenta però un problema: già oggi, insomma, i contributi non sono abbastanza per finanziare tutti i trattamenti. Nel 2022 l’Inps ha speso 315 miliardi di euro per le pensioni, a fronte di appena 257 miliardi di entrate. Una differenza di 150 miliardi che ovviamente pesa come un macigno sulle casse dello Stato.

Come si esce da questa situazione? Come si può affrontare il futuro in sicurezza e con affidabilità? Uno strumento a disposizione dei lavoratori di oggi, che saranno pensionati di domani, è quello del Piano Pensionistico Individuale, anche noto con la sigla PIP. Si tratta di una strategia per integrare la pensione pubblica, particolarmente utile per affrontare il gap previdenziale. Il piano, che viene gestito da esperti, può essere digitale e flessibile, senza vincoli su versamenti e senza costi d'entrata o uscita. Forte di vantaggi fiscali e della possibilità di detrarre i costi, il Piano Pensionistico si basa su linee di investimento progettate per allinearsi al ciclo di vita dell'investitore, con attenzione a criteri ambientali e sociali.

Ma proviamo a passare la palla al governo. Quali sono le mosse da fare per migliorare il sistema previdenziale? Proviamo per un attimo a non pensare solo alla soluzione economica, finanziaria. Guardiamo per un istante a quella sociale e demografica. In altre parole: per trovare una soluzione alle pensioni si devono trovare nuovi lavoratori. Per farlo si può guardare all’aumento delle nascite, una strada che ovviamente avrebbe i suoi frutti sul medio lungo periodo, ma soprattutto all’ingresso di lavoratori stranieri nel nostro Paese. L’immigrazione, per molti vista come un pericolo, potrebbe essere invece un aiuto: secondo le rilevazioni di Eurostat, nel 2022 sono arrivati in Italia 7 immigrati ogni 1000 abitanti (la media nell’Unione Europea è di 11,4, con 24,7 in Germania e 26,5 in Spagna).

Più lavoratori, più contributi, più fondi per le pensioni. Quelle di oggi, ma anche quelle di domani.

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