LA RITORSIONE A FREDDO DI TRENITALIA.

il nuovo orario invernale taglia il 70% dei treni a lunga percorrenza.

Oggi, 11 dicembre, è entrato in vigore il nuovo orario delle Ferrovie. Delle cinque coppie di Eurostar che facevano sosta nella nostra Stazione, ne sono rimaste d’improvviso solamente due. Sono soppressi gli Eurostar del mattino (8:40) per Roma e quello della sera di ritorno dalla capitale, in arrivo alle 21:15 e diretto a Genova. Salteranno la nostra Stazione (ma fermeranno a Campiglia e a Grosseto) i nuovi Eurostar delle 6:57, 13:57 e 17:57 da Roma per Genova/Milano e le altre coppie di Eurostar in partenza alle 6:00, 12:07 e 19:07 da Milano/Genova. Di fatto le Ferrovie riducono drasticamente, di due terzi, il servizio dei treni a lunga percorrenza su Viareggio. Ci sarebbe da aprire una discussione seria sull’importanza del trasporto pubblico veloce e di qualità che – dalla prossima settimana – di fatto by-passerà Viareggio e non solo.

Senza fermarsi, di fronte al bisogno di una città che cerca di ritrovare il bandolo della propria valenza turistica e industriale. Senza fermarsi in una Stazione che – anche volendo considerare a parte le necessità e le esigenze della Versilia cosiddetta “Storica” – rappresenta di fatto lo scalo principale di tre comuni non attigui, ma strettamente interconnessi:
Viareggio, Camaiore e Massarosa, i quali, insieme, costituiscono un bacino di oltre centoquindicimila residenti. Senza fermarsi di fronte all’interconnessione della Linea Viareggio – Lucca – Pistoia – Firenze, rigettando tutte le coincidenze su Pisa, ignorando quello che, per traffico passeggeri, dovrebbe essere lo Scalo Ferroviario più importante della Provincia di Lucca. Ogni tre – quattro anni Trenitalia propone questo bel “servizietto” alla nostra città, per poi tornare sui suoi passi, dato che, probabilmente, i dati sulla frequentazione dei treni così ben “riorganizzati” la inducono ogni volta a rivedere le proprie scelte. E’ ovvio che altri comuni, Grosseto e, come si vede, Piombino e gli elbani, si sono mossi per tempo, richiedendo in anticipo le bozze a Trenitalia per far valere le proprie ragioni. Ma ragazzi, ce li vedete i nostri amministratori a fare altrettanto? Di fronte alla quotidiana necessità di tenere in piedi la loro maggioranza traballante, dove troverebbero il tempo di occuparsi della raggiungibilità e della connettività di Viareggio sulle grandi linee di trasporto nazionali? Figurarsi.

E poi: gli albergatori e gli imprenditori della Riviera Adriatica sono attenti al problema fino al punto di offrire il rimborso del biglietto ai loro clienti che raggiungono le loro località in treno, consci di quanto sia meglio allentare l’intasamento di auto nei fine settimana e nella stagione turistica. Si tengono ben stretti i collegamenti diretti ferroviari col Nord Europa, che noi neppure ci sogniamo di avere. Ce le vedete le “categorie” qui da noi a fare altrettanto? Quanto sono lontani i tempi delle Riduzioni Ferroviarie per il Carnevale di Viareggio… Di collegamenti diretti con l’Aeroporto di Pisa nessuna traccia. Dei nuovi “regiostar” per Firenze, nemmeno. Eppure la Stazione di Viareggio è classificata, dalle stesse ferrovie, “Gold”, vale a dire Scalo di primaria importanza. Nonostante questo non fa parte del progetto “centostazioni” di RFI, che include scali come Orte e Formia, Rapallo, San Remo, Faenza, Rimini eccetera e si occupa della risistemazione, della riqualificazione di questi immobili.

Quella che dovrebbe essere una delle principali porte di accesso di una città turistica, si fa invece notare per i muri scorticati, per le pensiline in cui s’infiltra l’acqua piovana.
Dove un traffico (fino a ieri) di oltre 150 convogli giornalieri non ha neppure la dignità di qualche pannello elettronico (ci sono a Empoli,
Civitavecchia eccetera) che agevoli i viaggiatori, la cui informazione è invece affidata a vecchi monitor scoloriti. Dove – ogni sera – si stabilisce una zona franca di microcriminalità ormai consolidata. Il periodico declassamento della nostra Stazione è di nuovo in atto. E, visto come e quanto sono servite località, ne più né meno, ma ugualmente importanti della linea, stavolta fa sentire il sapore amarissimo di una ritorsione nei confronti della nostra, per il noto e triste contenzioso corrente.
Per chiarire meglio quello che è successo, fornisco un breve esempio pratico:
il primo treno che offra un servizio di minima qualità per raggiungere Roma parte da Viareggio soltanto alle 16:40 del pomeriggio. Nelle ore precedenti il servizio è affidato a due o tre intercity vecchi e malandati, con tempi di percorrenza vicini alle quattro ore.

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