Luminara a Camaiore tra fede, artigianato e arte

Venerdi Santo

di Franco Benassi
CAMAIORE. Camaiore ha da sempre avuto ottimi artigiani-artisti che nel tempo hanno tramandato la tradizionale luminara di Gesù morto. Per realizzare l’inserimento dei lumini ad olio sono state mantenute, nel tempo, le strutture lignee sagomate sulle persiane, sui cornicioni e sopra i portali. Queste strutture hanno una fisionomia particolare; si sagomano sulle finestre con elementi triangolari “ stondati “ con al centro un braciere con fiamma lignea o altri elementi decorativi. Questo schema ligneo una volta illuminato richiama Il Santo sepolcro di Gerusalemme dove sono presenti le lampade come luce perenne.
La Luce simboleggia il sacrificio di Cristo: Le otto lampade che rappresentano le religioni Cristiane a Gerusalemme hanno la stessa forma delle nostre strutture lignee
Camaiore da secoli dimostra il suo legame con il legno, pensiamo ai tappeti di segatura, da sempre uno dei vanti della nostra comunità; ma un altro aspetto segna l’arte e la religiosita’ nel nostro territorio e per questo voglio porre l’attenzione sulla scultura del Crocifisso:
Fu Giovanni Previtali a dare prime indicazioni per cercare di ricomporre, attorno al Crocifisso della collegiata di Camaiore, una serie di opere che potessero condividerne la provenienza da una stessa bottega. Il maestro del crocifisso di Camaiore spesso citato sui testi oltre a questa scultura viene legato alle due statue lignee di Maria e Giovanni dolenti in collezione privata, già pubblicate da Enzo Carli come opere fiorentine di metà del trecento. Accostandole però al già citato Crocifisso, Previtali proponeva di anticipare di qualche decennio l’attività della bottega da cui erano uscite, collocava quelle opere in una zona modernamente periferica, come la Toscana occidentale, e ne parlava come di “un caso parallelo, per combinazione di caratteri di giottismo arcaico a Pisa, nell’opera del Maestro di San Torpè , a Pistoia, nel Maestro del 1310”. Su quelle tracce tornava alcuni anni dopo Severina Russo in un saggio ospitato sul catalogo della mostra lucchese del 1995 sulla scultura lignea e dedicato appunto alle Nuove acquisizioni per il Maestro del Crocifisso di Camaiore:
La scultura è attribuita al Maestro del Crocifisso di Camaiore. Il crocifisso è in legno scuro e monocromatico: drammatica è l’espressione del volto reclinato a cui si aggiunge una cromia integralmente conservata su gran parte della superficie. Oltre alle diffuse colature di sangue, egli delinea la peluria sotto le braccia e attorno ai capezzoli, anch’essi dipinti. La particolarità di questo esemplare risiede poi in una forma più affusolata del corpo.
Altri esempi di luminara nel territorio Toscano:
La storia della Luminaria è sempre stata strettamente connessa a quella della città di Pisa. Abolita nel 1867, venne ripristinata settant’anni dopo in occasione della ripresa del Gioco del Ponte e sospesa durante la Seconda Guerra Mondiale. La Luminaria venne nuovamente allestita per la festa di San Ranieri nel 1952, e la tradizione durò fino al 1966. Nel novembre di quell’ anno la violenza dell’ alluvione provocò il crollo del ponte Solferino e di lunghi tratti del Lungarno. Si ebbe quindi una nuova interruzione della Luminaria, che venne infineripresa nel giugno 1969 e che arriva fino ai giorni nostri
Nata come illuminazione delle finestre di case, per il passaggio dei cortei o processioni, la Luminara, seguendo le nuove fantasie scenografiche del tempo, andò configurandosi, nel Settecento, come libera architettura luminosa applicata agli edifici, dei quali sempre meno rispettava le reali strutture, inventando forme bizzarre che trasformavano la città, e specialmente il Lungarno, in uno scenario teatrale di effetto fantasmagorico. In alcuni edifici l’illuminazione continuava comunque ad avere la funzione di sottolineare le strutture esistenti.

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