Notre Dame… l’Italie

di Luciano Tomei
Notre Dame… l’Italie

Dal romanzo di Victor Hugo, sono stati tratti molti spunti per opere cinematografiche e teatrali, cartoni, parodie e in ultima la celeberrima opera Notre Dame, musicata da Riccardo Cocciante.

Quest’ultimo capolavoro, come tutti sanno, ci ha onorati anche della sua presenza alla Cittadella del Carnevale…
Domando: Poteva mancare la versione del gobbo in cartapesta?
Certo che no! Ecco che nel mio piccolo ho cercato di rendere omaggio a questo capolavoro con una rilettura parodistica e a sfondo politico.

Partendo dai vari modi di dire legati ai “campanili” alle “campane” ho voluto costruire la mia versione di “Notre Dame l’Italie” letteralmente
nostra Signora…l’Italia, appunto.

La nostra bella penisola come una splendida misteriosa donna amata e ambita da tutti, da noi popolo con cuore semplice e sincero e dai politici, che con le loro propagande dicono di amarla, ma poi… una volta al potere chissà quanto è sincero il loro amore.

Il gobbo che suona le campane è il simbolo del popolo elettorale e innamorato, intento a conquistare il cuore dell’agognata patria. Il voto però (simboleggiato dal suonare appunto le varie campane), non farà che regalare il cuore dell’amata ora a questo, ora a quel politico che la renderà sua.

Al gobbo non rimarrà altro che restare intrecciato nelle sue stesse funi.
La simbologia del “campanilismo” politico è chiara, e la campana che suona è la voce delle varie fazioni e correnti politiche.

Il gobbo cittadino perennemente innamorato di un’Italia sempre più zingara, resterà ad osservare i vari contendenti che si alternano alla conquista dell’amata, ma che non l’ameranno mai come lui la ama.

L’ambientazione è quella di una cattedrale con guglie immaginarie, rosone e campane ma niente a che vedere con un tempio cristiano, semmai potrebbe simboleggiare una costruzione in onore della dea politica! La luna dall’alto e le relative stelle contribuiscono a quell’atmosfera crepuscolare adatta alle scene romantiche.

I politici li ho scelti in numero di otto cercando, tra un recente passato e il presente, di evidenziare i più rappresentativi, e anche, come nel caso di D’Alema e Pannella quelli che continuano a essere punti di riferimento
importanti per il loro movimento.

Il sottotitolo (Come ti gabbo il gobbo) esprime forse un luogo comune, seppur reale di come noi opinione pubblica ci sentiamo ogniqualvolta vediamo nostro malgrado conquistare la nostra bella Italia da braccia che paiono sottrarla al nostro affetto.

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