Afghanistan : sta bene il militare viareggino Stefano Ferrari dopo l'attentato avvenuto vicino a Kabul

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Il capitano dell'esercito Stefano Ferrari, 31 anni viareggino, comandante di compagnia del 2/o Reggimento Pontieri di Piacenza, che fa parte del contingente italiano in Afghanistan, e' rimasto ferito insieme ad altri due militari nell'attentato che ha provocato la morte del maresciallo capo dell'esercito Daniele Paladini.

L'attentato, avvenuto vicino a Kabul, durante la cerimonia di inaugurazione di un ponte costruito grazie al contributo degli ingegneri italiani, e' stato rivendicato dai Talebani ed ha causato anche diverse vittime civili afghane.

Le condizioni del militare viareggino, 31 anni, rimasto ferito ad una coscia e ad un orecchio non sono comunque preoccupanti.

Il Falcon militare che ha riportato in Italia il capitano Salvatore Di Bartolo, il capitano Stefano Ferrari e il caporal maggiore scelto Andrea Bariani è atterrato nel settore militare dell'aeroporto di Ciampino poco prima delle 6 di domenica mattina

Ferrari, celibe, vive con la sorella Francesca, in via Zanardelli. In via Jenco invece abitano i genitori, il padre Fiorenzo Ferrari, ex comandante dell'aeronautica militare e la madre Lorenza Mezzani.

L'amministrazione comunale di Viareggio ha espresso la sua vicinanza alla famiglia.



La dinamica dell'attentato
L'attentatore suicida, secondo quanto e' stato possibile ricostruire, sarebbe stato visto salire dal greto di un fiume verso la zona dove i militari italiani stavano inaugurando un ponte - a Pagman, una ventina di chilometri a nord-ovest da Kabul - insieme alle autorita' e alla popolazione locale.

"Gli italiani erano su un ponte, e intorno si erano radunate molte persone, allorche' un attentatore suicida si e' fatto esplodere", ha detto Ali Shah Paktiawal, capo della squadra anti-crimine della polizia cittadina. Il terrorista si e' avvicinato a piedi alla struttura presa di mira.

Sono stati gli stessi militari italiani che fornivano la cornice di sicurezza ad individuarlo e a bloccarlo: la loro immediata reazione, secondo quanto si e' appreso, ha impedito che l'uomo si facesse esplodere nel mezzo della folla, rendendo ancora piu' pesante il bilancio dell'attentato.

L'area dell'attentato e' stata immediatamente chiusa agli estranei con cordoni di sicurezza, eretti da truppe dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assisenza per la Sicurezza nella quale e' inquadrato anche il contingente dell'Italia.

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