Invito a teatro: La voce dell'Attore
Invito a Teatro mercoledì 21 novembre 2012 4di Rebecca Palagi
Il mestiere dell'Attore, così come molti altri, ha bisogno di molti elementi sui quali fondare i propri dogmi, come i tasselli di un puzzle, ognuno dei quali risulta indispensabile al fine di una buona riuscita.
Uno di questi elementi è l'uso della voce.
Tutti noi conosciamo bravissimi attori teatrali o cinematografici; mentre per i primi, la voce appare come un elemento proprio di chi è in scena, ovvero gliela riconosciamo naturalmente, negli attori di cinema, soprattutto in quelli non italiani, sorge la domanda: da chi sarà doppiato?
Per capire appieno l'importanza della voce, prendiamo dunque per esempio un doppiatore che comunque, non a caso, è quasi sempre anche un attore.
Immaginate adesso di essere voi stessi, i doppiatori, con un microfono davanti, chiusi in una stanza insonorizzata, a dover far passare “solo” attraverso la vostra voce e la vostra abilità oratoria, le scene d'amore, di guerra, di catastrofe naturale, di invasione aliena, di vita quotidiana, di inseguimenti e sparatorie.
Naturalmente per fare tutto questo, o anche semplicemente per usare la voce a proprio uso e consumo nel nostro mestiere di Attore, c'è la necessità di un training costante, ma soprattutto la conoscenza del corretto funzionamento dei nostri organi vocali.
Imparare a respirare nel modo giusto è il primo passo per poter usare la voce in maniera esemplare; l'igiene vocale parte proprio da qui: la respirazione diaframmatica, detta in gergo respirazione bassa. Il secondo passo è poi la consapevolezza delle nostre casse di risonanza, ovvero la “maschera”: gli zigomi, la fronte, il naso, da cui far uscire il suono.
La voce dell'Attore non deve far affidamento sui microfoni, altrimenti significa che il primo tassello del puzzle è già andato perso. Dunque un lavoro iniziale di ricerca, ma anche di esercizio continuo, in cui perseverare e portare ad
esecuzione completa uno dei compiti più difficili.
Come dice De Gregori nella canzone “La valigia dell'Attore”, “e questa voce che dovrebbe arrivare
fino all'ultima fila”.
Rebecca Palagi ©2012 tutti i diritti riservati
4 commenti
Jonathan, ti dico una cosa sui viareggini:
il teatro a loro non serve, son già tutti bravi da morì, tutti attori...
Ciao! Penso che oggi non è più vero che l’Attore è un mestiere, oggi è una Professione ad ampio raggio sociale. L’articolo è molto bello, mi piace perché sono stati usati dei termini pragmatici senza le solite frasi da intellettuali. Complimenti per l’idea, non sono di Viareggio e di Viareggio ho solo l’immagine del carnevale (che visto una volta è visto per sempre). Ed invece a Viareggio ci si occupa anche di teatro. BeneBene, seguirò questa rubrica.
Mi si permetta di modellare l’articolo osservando che i “principia” esposti valgono per chiunque. Ad esempio: quando ho letto “[…] l'igiene vocale parte proprio da qui […]” ho pensato a quanto lontano io sia dall’ascoltarmi. E che i rari momenti in cui mi sono sentito bene dopo aver parlato, coincidevano con l’essere stato “lì presente” nel mentre che producevo i suoni (… che parlavo ascoltandomi).
Per l’ennesima volta mi trovo a pensare quanto il teatro possa essere uno strumento, se non addirittura Lo Strumento, per aiutarci a raggiungere la meta indicata dall’esortazione “Conosci te stesso”.
Bella idea,questo articolo e' veramente interessante,mi ha fatto riflettere,c'era proprio bisogno di qualcosa di piu' a Viareggio......