Un altro ciclista investito su via Fratti ciclopedonale

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Mail arrivata in redazione

Io e Marzio siamo seduti ad un tavolo di un bar a berci un bicchiere d’acqua fresca:

“Vedi Marzio perché ti devi fermare quando dico stop? Le auto sono pericolose, gli automobilisti sono distratti. Possono schiacciarti come è successo a quel signore ed al suo canino”
Non sono riuscito a dire di meglio a mio figlio di tre anni per cercare di dare un senso a quello che avevamo visto appena 15 minuti prima.


Pedalavo sulla ciclo-pedonale di via Fratti con Marzio davanti sul seggiolino cercando di raggiungere la pineta ed il fresco quando all’altezza di via Macchiavelli una vecchissima panda rossa imbocca la pista.

Mi fermo. Il vecchietto alla guida in canottiera da muratore si ferma davanti alla bici e fa cenno che mi devo levare. Gli faccio presente che non può circolare sulla ciclo-pedonale. Dal finestrino esce qualche improperio ma io capisco solo che è dalle 2 di stanotte che è in giro per lavoro. Rimango fermo e non dico nulla. Penso a quanto sia brutta questa scena. Alla fine l’uomo desiste e con un rombo se ne va inviperito.


Subito dopo la panda arriva una ypsilon dall’improbabile colore da cosmetico. Alla guida una signora che rallentando guarda dalla mia parte. La bocca aperta come i finestrini. In quell’auto ci saranno 50 gradi. Resto fermo.

Dall’altra parte della ciclo-pedonale sta invece attraversando un signore in bici con un canino nel cestino del manubrio. Lui urla. Anch’io urlo alla signora. Ma l’auto non si ferma e proprio nel mezzo dell’attraversamento prende in pieno bici, ciclista e cane. Prima finiscono sul cofano e poi a terra.

Potevo esserci io. Potevamo esserci noi.

L’auto andava piano, il signore si rialza subito e non sembra essersi fatto troppo male. Il cane atterrato un metro più avanti è scappato impaurito. Altri ciclisti cominciano a fermarsi.

Una signora bionda su una bici bianca cerca di spiegare civilmente che ci sono i cartelli verticali, i triangoli per dare la precedenza, le strisce dell’attraversamento. Impossibile non capire che le auto devono fermarsi.

La signora alla guida si scusa dicendo che non ha visto arrivare il signore, ha visto solo me. Vero, guardava dalla mia parte. Dall’altra non si è girata ma è andata avanti ugualmente.

Un vecchietto in bici mi dice che qualche giorno fa, nello stesso punto hanno investito un ciclista. Quello lo hanno portato al Versilia e pare sia morto.

Torna il ciclista investito col cane in collo. Sembra proprio non si sia fatto male nessuno. La bici ha la ruota piegata e forse anche il telaio. Lui è davvero arrabbiato ma la peggiore cosa che riesce a dire è che le auto dovrebbero sparire dal centro cittadino. Tutti i presenti concordano ed iniziano a parlare degli attraversamenti che andrebbero resi più visibili, delle auto parcheggiate sugli angoli che tolgono la visuale, delle auto che entrano sparate sulla ciclo-pedonale, di quanto siano pericolosi gli automobilisti con questo caldo.

La testa mi ronza. Potevamo esserci noi.


Vorrei dire che sono un "ciclo-attivista"… Che ci sono molte cose che BiciAmici andrà a proporre all’amministrazione… Ma rimango in silenzio. Stanno dicendo tutto loro. Questo mi rincuora, vuol dire che c’è ancora speranza.

Al bar con Marzio, mi scontro con la difficoltà di mantenere il tono del discorso in equilibrio fra la pericolosità dell’auto e la bellezza e la gioia di vivere in città. Intanto penso:

Perché gli attraversamenti non sono più visibili? Perché non ci sono moderatori della velocità? Perché ci sono auto e scooter che percorrono e parcheggiano su via Fratti ciclo-pedonale? Dove son finiti i paletti che proteggevano gli ingressi? Perché ci sono sempre le auto e i furgoni parcheggiate sugli angoli?

Ma i cittadini sono cambiati, ho ancora speranza. Spero che qualcuno riesca a rendersene conto.

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