A Forte si inaugura la mostra “Napolitaneide”, dedicata al Presidente della Repubblica

Forte dei Marmi 0

Si inaugurerà venerdì 1 giugno, alle ore 18.30, presso il Forte di Leopoldo I a Forte dei Marmi, la mostra “Napolitaneide. Storie satiriche di un settennato e anche più”. Prodotta dal Museo della Satira di Forte dei Marmi, la mostra propone un originalissimo excursus nell’iconografia satirica di ieri e di oggi sulla figura politica di Napolitano, con oltre cento opere di: Allegra, Altan, Benny, Biani, Bruna, Bucchi, Burato, Careddu, Carra, Chartroux, Contemori, De Angelis, Disegni, Fabbri, Forattini, Frago, Franzaroli, FS, Giannelli, Gli Sgommati, Greggio, Lubrano, Makkox, Mannelli, Manzini, Maramotti, Marengo, Migneco e Amlo, Minoggio, Mora, Nardi, Natali, Natangelo, Nuele, Origone, Paparelli, Perini, Pillinini, Presciutti, Rebori, Scalia, Simon, Spataro, Staino, Superbi, Vauro, Vincino, Vukic.

Napolitano, prima negli anni della sua lunga attività politica e oggi, come Presidente della Repubblica, ha dato prova di saper resistere con severo autocontrollo all’imperversare della satira scritta, disegnata, parlata e raccontata di cui è stato bersaglio quotidiano. Il percorso drammatico del suo settennato ha dato vera linfa politica alla satira, contribuendo a ridefinire non solo la figura politica del Presidente, ma anche il potere costituzionale del Quirinale.

L’immediatezza con cui ha saputo dominare dal Quirinale la crisi più profonda dell’Italia dalla fine del dopoguerra ha smentito nei fatti la previsione di Michele Serra, che nel 2006 nella rubrica di Satira Preventiva sull’Espresso, scriveva «Saputo della sua candidatura al Quirinale, Napolitano ha fatto sapere ai suoi sponsor che la dizione “corsa al colle” gli pareva eccessiva, e poco consona alla dignità istituzionale dei candidati. Ha proposto di sostituirla con “una lenta ma sicura camminata di avvicinamento al colle”. Secondo gli analisti un’eventuale presidenza di Napolitano avrebbe un’unica possibile controindicazione: che egli stesso si addormenti mentre pronuncia il discorso di fine anno».
La prima vignetta su Napolitano si rintraccia sul Male, dove nel novembre del 1978 appare un doppio ritratto chiomato e calvo, «prima del 1948 e dopo» chiariva la didascalia. Nell’intervista sottostante Napolitano rivela un inedito storiografico: dopo il 18 aprile del 1948 Togliatti, deluso per la sconfitta, pensò che i candidati del PCI sembrassero troppo russi o polacchi e spedì tutti dal barbiere.
Per Napolitano il vero blasone di bersaglio della satira arriverà nel 1981, con una vignetta di Forattini su La Repubblica, a che sottolinea la svolta a sinistra di Berlinguer che spinge Napolitano all’opposizione dentro il partito, nella gestione del compromesso storico con la Dc. Nella vignetta, che riecheggia la nota pubblicità “Liscia, gassata o…” di un’acqua minerale, Forattini disegna un Berlinguer con i capelli dritti, («Rivoluzionario»), un Berlinguer con i capelli lisci e la discriminatura da gran borghese, («Conservatore»), e infine la faccia di Berlinguer completamente calvo, trasformato nel suo oppositore («Napolitano»).

Gli anni ‘80 furono politicamente catastrofici per Napolitano. Dopo la morte di Berlinguer, la sua mancata successione alla segreteria del Pci appare come un nuovo atto mancato. Nel 1988 su Tango, inserto de L’Unità, tracciando il profilo dei probabili candidati a un concorso per l’elezione diretta a «suffragio universale» del nuovo segretario del Pci, Michele Serra stila una succinta e spassosa biografia di Napolitano: «Gradito ai socialisti, gradito agli intellettuali modernisti, gradito alla Nato, gradito a Salvatore Veca, gradito ai repubblicani, gradito agli imprenditori liberal, gradito a Eugenio Scalfari, se fosse gradito anche ai comunisti sarebbe segretario già da un pezzo».
Nel 1984 Staino aveva disegnato Bobo che in sogno partecipava al Congresso di Livorno del 1921 e incontrava Gramsci, al quale poneva la domanda su cosa pensasse di Craxi e dei socialisti. La risposta di Gramsci: «Non fate i nostri errori di infantilismo. È il primo governo socialista di questa nostra Italia. Appoggiatelo», lasciava di stucco Bobo che decideva di raccontare tutto al suo amico stalinista Molotov. La risposta dell’amico era fulminante: «Per me ti sei sognato Napolitano». La storia a fumetti preoccupò molto la redazione del giornale, che propose qualche cambiamento, ma Staino rifiutò. Alla fine il direttore Macaluso, sollevato, confesserà al disegnatore che Napolitano non aveva detto niente.
Napolitano non dice mai niente. Un autocontrollo che gli ha consentito di uscire indenne, da presidente della Repubblica, da un’insidiosa polemica scaturita da una vignetta di Benny, pubblicata in prima pagina su Libero nel luglio 2011, nella quale Bersani, Fini, Calderoli e Napolitano divorano una pizza a forma di penisola. Il capo della procura di Milano apre un’indagine per il reato di «offesa all'onore o al prestigio del Capo dello Stato», ma il parere del Quirinale, necessario per poter procedere, non è mai arrivato, visto che sia il direttore sia il disegnatore hanno continuato a godere di tutte le libertà costituzionali.
A Napolitano non perdonano niente neanche i satirici di sinistra. Vauro, sulla copertina del nuovo Male di quest’anno, non ha esitato un attimo a travestire Napolitano e Monti da «colonnelli» alla moda della Grecia al tempo del colpo di Stato. In sintonia con certe accuse che le forzature costituzionali di Napolitano, nella scelta di Monti, configurino un vero e proprio colpo di Stato, seppure senza carri armati.
In coincidenza con la fine del settennato, esercitandosi proprio su Napolitano, citiamo, tra tutti quelli in mostra bravissimi, due vignettisti che hanno raggiunto un’eccellenza di tratto e di parola. Uno è Makkox, il cui disegno potrebbe campeggiare a buon diritto sulla copertina del New Yorker, l’altro è Natangelo, che su Napolitano ha disegnato e scritto uno stralunato romanzo, in cui il disegnatore Nat si lascia trascinare ai limiti del surrealismo autobiografico per seguire le improbabili avventure di un perfidissimo presidente Nap, impegnato nell’ordire una serie di complotti contro un improbabile premier che si è fatto rapire e sostituire dal suo doppio cattivissimo.


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La mostra “Napolitaneide” è nata da un’idea di Pasquale Chessa che firma l’introduzione in catalogo, ed è curata Cinzia Bibolotti e Franco Calotti, del Museo della Satira di Forte dei Marmi.


Catalogo in vendita presso la mostra.
Orario di apertura:
tutti i giorni 10/13 – 15.30/19.30

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