Riflessione di un sacerdote e di un sindacalista in occasione del 25 Aprile

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"Il 25 Aprile è la festa della liberazione, quest'anno se ne celebrano i 70 anni, ma la cronaca di questi giorni impone una lettura attuale ed estensiva, soprattutto partendo dai valori del rispetto sacro per la vita, della difesa degli ultimi ed anche dai valori della libertà, della dignità e della giustizia.
In Versilia c'è il monumento dell'eccidio di S.Anna, ed ogni volta che dal mare ci si volta verso le montagne, ci torna alla mente il dolore e la morte. Adesso anche guardando il mare il cuore si riempie di tristezza: non è possibile non pensare ai molti corpi dei poveri disperati, vittime della tragedia delle popolazioni migranti.
I politici parlano di diritto umanitario e sono addirittura costretti a dare spiegazioni. Si tratta di fare di tutto per salvare la vita a coloro che scappano da dittature, da violenza, da disperazione, da fame, da morte, in nome di religioni mal comprese, di interessi economici spietati, di prepotenze fino a se stesse.
La liberazione che festeggiamo il 25 Aprile celebra la fine della dittatura. Anch’essa vide le violenze e la morte. C’era chi sosteneva le superiorità razziali, praticava gli odi religiosi, istigava violenze politiche. C’erano forti interessi economici.
Altri tempi. Altre diaspore. Non c'erano le navi, ma i treni. Non gli scafisti, ma i nazisti.
La prepotenza, la violenza, la povertà e la morte di migliaia di cittadini, dopo 70 anni, sono problemi, purtroppo, ancora attuali che accadono anche sulle coste del nostro paese.
Il tricolore oggi sventola per celebrare il passato, ma è uno stimolo per il nostro stesso presente a fare quanto è possibile per la liberazione dal bisogno, dalla fuga, dal dolore, dalla violenza, dalla morte di tanti uomini e donne del sud del mondo che vivono in queste situazioni.
Un’azione intelligente che rimuova, con politiche internazionali mirate, le cause di questo sfruttamento. Una capacità di decidere insieme per favorire la cultura della solidarietà, dell’accoglienza e della fraternità sia nelle grandi scelte che nei gesti quotidiani.


Il 25 Aprile è la festa della libertà della persona con i suoi diritti inviolabili. È un invito a rinnovare e a vivere il suo messaggio nella drammatica attualità.
Viareggio non dimentichi il suo patrimonio di solidarietà.


Don Marcello Brunini, Massimiliano Bindocci
parroco del Varignano. resp. CGIL Versilia

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