Inaugurazione stazione Tiburtina a Roma: parlano i familiari delle vittime

Disastro a Viareggio 1

"Ieri, alle 04.30 siamo partiti alla volta di Roma per essere, alle ore 10.00, alla stazione Tiburtina. Eravamo in 38 (ironia della sorte, come il numero degli indagati per la strage di Viareggio). Familiari, Associazione “Il mondo che vorrei” e Assemblea 29 giugno volevano essere presenti all’inaugurazione della nuova stazione dopo l’incendio dei mesi scorsi. Ovviamente, per ricordare anche ai presenti (al banchetto) la strage del 29 giugno 2009.

Ma così non è stato, non è stato possibile. Arrivati sulla tangenziale per Roma il pullman è stato scortato da due volanti della polizia ed “accompagnato” nei pressi della stazione Tiburtina. Ad aspettarci vi erano poliziotti e blindati allo scopo di impedire il “contatto” con le autorità che inauguravano la nuova e bella stazione. A noi si sono, poi, uniti i lavoratori della Waggon lit in difesa del posto di lavoro.

Abbiamo, ripetutamente, chiesto di oltrepassare il cordone “sanitario” a protezione degli intoccabili (ed inavvicinabili); vi sono stati vivaci corpo a corpo con i poliziotti per la contesa di un metro, un funzionario, più volte, ci ha detto di pazientare, che lui aspettava comunicazioni (ed ordini) dall’alto; gli striscioni, i cartelli, e soprattutto le foto (delle vittime) appese al collo dei familiari, non potevano rischiare di disturbare la festa.

A mezzogiorno, bontà loro (!), hanno concesso di avanzare 100-150 metri verso la stazione, poi siamo stati di nuovo bloccati. Una giornata come questa diventa quasi incommentabile … difficile da raccontare.

Quindi siamo risaliti sul pullman e, di nuovo scortati dalle volanti, siamo arrivati sulla tangenziale per Viareggio. Sul pullman è continuata la discussione, le informazioni, gli appuntamenti, le iniziative per questa battaglia in “movimento” da due anni e mezzo. Agli obiettivi di sicurezza, verità e giustizia, adesso, dovremo aggiungere anche quelli per il diritto di espressione, di visibilità, di agibilità.

Appena rientrati, alle 18.30, ci siamo organizzati per essere presenti al Consiglio comunale in programma alle ore 19.00. “Armati” di striscioni e foto siamo andati in Comune ed abbiamo chiesto la parola. Ha parlato Daniela, presidente dell’Associazione “Il mondo che vorrei”, per chiedere una presa di posizione di denuncia per i gravi fatti avvenuti la mattina a Roma, un incontro con il presidente della Repubblica (la richiesta è inevasa da marzo di questo anno) e con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, la reintegrazione di Riccardo licenziato dalle ferrovie il 7 novembre scorso.

Il Consiglio ha interrotto la seduta alcuni minuti per riunire i capigruppo. Poi il Consiglio comunale di Viareggio ha approvato all’unanimità una mozione che ha raccolto lo spirito e le richieste avanzate da Daniela nel suo intervento.

Alle 20.00 questa giornata, faticosa e per certi versi imprevista, si conclude con questo significativo risultato."




1 commento

  1. pierangelo mercoledì 30 novembre 2011 alle 07:57:38

    E' evidente che fino a quando i familiari delle vittime del 29 giugno continueranno a presentarsi a convegni,cerimonie ed altro accompagnati o affiancati a professionisti della contestazione a tutto quali i no tav e i circoli anarchici, perche' questi c'erano all'inaugurazione della stazione tiburtina,saranno sempre tenuti sott'occhio e controllati dalla polizia e purtroppo anche allontanati dai luoghi.Non e' prendendo parte a queste manifestazioni, e in queste maniere che si fa' un bel servizio alla loro causa giustissima, e al nome di tutta la citta' di Viareggio. Ci sono altre sedi e luoghi per dimostrare le proprie ragioni.Purtroppo sembra che la strada scelta dai comitati sia quella di cogliere ogni occasione per inscenare chiassate in compagnia di altri soggetti certamente piu' esperti in manifestazioni di piazza.Non vorrei che la prossima volta le foto delle vittime della strage fossero portate da persone dedite e addestrate ad attaccare a sassate le forze di polizia in val di Susa.... Cari concittadini,il mio consiglio per quello che puo' valere e' di lasciar perdere tali atteggiamenti che non portano certo simpatia e consenso per la vostra causa,ma lottate nelle sedi opportune e in modo opportuno,non certo urlando bastardo in faccia a un poliziotto che e' li' per fare il suo lavoro e per portare a casa lo stipendio,come facciamo tutti noi spero.Penso che avere altri atteggiamenti sia non solo piu' conveniente ma anche piu' rispettoso proprio per le vittime della strage

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