Lorenzoni: "manca tutto quello che è stato proposto dalla minoranza"

Stazzema 0

"Come da lei anticipato nella conferenza dei capigruppo del 25 marzo ho ricevuto la convocazione del consiglio comunale del 31 marzo.

Leggendo l’odg, ancora una volta, devo e voglio farle presente che manca tutto quello che è stato proposto dalla minoranza.

Ultima la mozione messa al protocollo il 7 marzo a lei indirizzata; mi sarei atteso che, nel doveroso rispetto delle norme che disciplinano l’attività del consiglio, fosse iscritta, come dovuto, tra i punti all’odg.

Ma come sempre i regolamenti sembrano fatti appositamente per non essere rispettati.

Avevo altresì avanzato la richiesta dell’esame in consiglio del progetto per la costruzione di una centrale idroelettrica sul fiume Vezza, l’esame dello Statuto Comunale, nascosto da quasi due anni in qualche cassetto e, ancora una volta, si è guardato bene di inserire tra gli argomenti quello che prevede la possibilità di interrogare e/o interpellare l’amministrazione comunale su specifici argomenti.

Tutto accade come è sempre accaduto e nulla accade mai per caso.

Questa ennesima palese violazione dei diritti fondamentali di un consigliere comunale rappresenta, per colui che esercita un incarico o funzione di tipo elettivo, un limite all'esercizio del proprio mandato.

Mi permetta di osservare che la parola “responsabilità” può assumere diversi significati in politica, il più importante dei quali indica il dovere dei governanti di rendere conto di ciò che fanno.

Anche se il termine “dovere” può apparire aspro, proprio di questo si tratta: in democrazia qualsiasi politico e qualsiasi persona che ricopre una carica pubblica ha il compito e il dovere di rispondere a qualsiasi loro richiesta di chiarificazione.

Per quanto mi riguarda non voglio certamente imporre le cose da fare, né tantomeno voglio soddisfare un capriccio personale ottenendo risposte alle proprie domande; stò, in realtà, da una lato, esercitando il ruolo e, dall’altro, ricordando ad una amministrazione comunale “sorda”, le regole di quel delicato gioco che si chiama democrazia.

Repetita iuvant: quando pongono domande i consiglieri non agiscono per sé, ma lo fanno nel nome e
nell’interesse dei cittadini.

Quindi, lei e più in generale l’amministrazione elude le questioni che i rappresentanti della minoranza sollevano, e sappia che non commette un torto verso questi ultimi, ma lo fà nei confronti del ruolo istituzionale che ricoprono, non adempiendo in parte al proprio dovere di rendiconto e gettando un’ombra opaca e densa sulla sua azione amministrativa.

Ricordo in ultimo che nel diritto amministrativo, l’esplicitazione dell’obbligo dell’autorità pubblica di concludere il procedimento in forma espressa ed in tempi certi e, correlativamente, la tendenziale qualificazione del silenzio in termini di disvalore, ossia di violazione di una norma cogente, è uno dei capisaldi della legge."


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